L’ECONOMIA DI FRANCESCO E IL MICROCREDITO: RIFLESSIONE AL CONVEGNO ORGANIZZATO AD ASSISI DALL’ENM

L’ECONOMIA DI FRANCESCO E IL MICROCREDITO: RIFLESSIONE AL CONVEGNO ORGANIZZATO AD ASSISI DALL’ENM
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Giornalista e direttore sala stampa Sacro Convento di Assisi Riportiamo di seguito il discorso del Portavoce del Sacro Convento, Padre Enzo Fortunato. “Bene, intanto un pace e bene a tutti e grazie perché avete scelto questo luogo ci troviamo nella sala stampa del Sacro Convento di Assisi e vi dico grazie perché intanto iniziate con una M micro credito e credo che questa M fa parte di quelle M che a Francesco erano molto care, la minorità, c’è il farsi piccolo per stare con i piccoli per stare con gli ultimi e allora nel mio saluto di benvenuto e nella continuazione di questo percorso poc’anzi con il Presidente abbiamo sottoscritto il manifesto che vedrà il 24 gennaio Confindustria Coldiretti e siamo arrivati ad oltre 250 aziende tra grandi e piccole che si ritroveranno proprio qui in questa sala stampa a firmare il patto per l’ambiente. È una grandissima iniziativa io sono reduce da Cernobbio from Ambrosetti e lì ci siamo ritrovati e ho visto una grande sete, una grande sete di autenticità, una grande sete di purificare perché non si tratta di annullare, si tratta di purificare schemi che fino ad oggi ci hanno condotto ad un profitto che non è stato profittevole, vedere tutte le più grandi realtà, ad Assisi ci saranno imponenti multinazionali per il patto Green sull’ambiente e hanno pensato al profitto. Noi come francescani non abbiamo niente contro il profitto perché la ricchezza e le pagine bibliche ce lo dicono, è una benedizione, è la benedizione di Dio, purché questa “benedizione” faccia parte di una condivisione, la benedizione e la ricchezza sono benedette quando sono condivise altrimenti è egoismo e non c’è niente a che fare con le pagine bibliche. E allora il primo concetto che condivido con voi oggi è chiederci che tipo di uomo vogliamo, che tipo di uomo e donna noi sogniamo? Sogniamo un uomo che ama o un uomo che è egoista? Sogniamo un uomo che è attento o un uomo che è distratto? Allora vi propongo qui due immagini che trovate in un libro che vi consiglio di leggere, l’ultimo di Bauman postumo è “Di nuovo soli” e apre questo testo con due figure che riflettono sulle esperienza di uomo. La prima è di Lev Sestov un filosofo della religione che dice: “Io credo che dietro ogni uomo che sta accanto a me si nasconde un lupo che ovunque devo stare attento e vedo solo pericoli vedo un uomo che mi porta a non fidarmi”. Vedete sono dei principi che noi da giovani abbiamo anche introiettato che fanno parte di questa mentalità, quante volte i nostri genitori i vostri genitori i compagni di classe o l’amico fidato ci ha detto permettetemi di dirvi una parolaccia non fare il c* non ti fare pecora sennò il lupo ti mangia, ragazzo fai il furbo fuori c’è una foresta. Vedete questi sono principi che noi introiettiamo fin da ragazzi e se noi non prendiamo coscienza di questo principio che a volte introiettiamo, non ci dobbiamo meravigliare se poi nel nostro modo di operare nella nostra azienda nel nostro lavoro tendiamo a non fidarci dell’altro alimentando continuamente questo cliché di sfiducia. Ma io spero che voi come me se avete scelto Assisi possiamo invece immaginare sognare essere un uomo che dà fiducia, una fiducia piena a tutto tondo anche quando questa viene tradita perché non vogliamo alimentare ilcliché di un uomo che non ha fiducia dell’altro. Vedete immagini belle di francescanesimo ridotte purtroppo a favolette è l’immagine del lupo di Gubbio è l’immagine di San Francesco con di Francesco prima ancora che Santo con i ladroni di Montecasale, è l’immagine di Francesco con il sultano. Ci rivelano queste immagini un uomo che nonostante tutto si è fidato dell’altro, che ha rotto i cliché del tempo e oggi se siete qua è perché noi stiamo sui passi di quest’uomo che questi cliché ha demolito. Volete essere dei grandi? Volete essere delle persone che invece di avere nel cassetto dei piccoli interessi hanno nell’animo dei sogni? Volete essere dei visionari cioè non visionari che non vedono, visionari che hanno una visione diversa dell’uomo e allora sempre in questo testo c’è Erich Knauf che è un uomo che pur venendo da un’esperienza drammatica come i campi di concentramento e insieme a lui anche Etty Hillesum ed altri, hanno nonostante tutto fiducia nell’uomo e questo scrive nel suo diario di primo acchitto: “Sono portato a credere alla parola altrui, ad aver fiducia nell’altro e anche dopo Auschwitz io continuerò ad aver fiducia nell’uomo che mi sta accanto”. Allora Voi capite che vivere esperienze che ci hanno ferito vivere momenti drammatici ci può continuare ad essere portatori di questa visione di uomo Francesco d’Assisi questa visione l’ha letteralmente capovolta con un’immagine che vi affido, l’immagine di una società piramidale che Francesco invece ha voluto società circolare, la società piramidale era quella anche ecclesiale, chi ha studiato i testi del Medioevo ma non basta andare al medioevo anche a pagine più recenti sa che in chiesa c’erano i transetti e sa che dopo i transetti ci doveva stare l’ignorante e prima dei transetti ci doveva essere il colto sa che una parte ecclesiale doveva stare in prima fila e un’altra in seconda fila, prima e seconda fila, terza fila, una classificazione dell’uomo ma noi non vogliamo questo, Francesco ha portato all’interno della Chiesa un nuovo modo di pensare, l’ha portato all’interno della chiesa perché c’era una società che pensava così. C’è stata per l’appunto una collisione tra Francesco di Bernardone e Francesco d’Assisi sulla società circolare, l’uno accanto all’altro, l’uno per l’altro, dove non esiste il più grande o il più piccolo, ma esiste l’uomo e allora noi ci dobbiamo riappropriare di un imperativo che è stato capovolto dalla società odierna o se volete ho avuto modo di dirlo ieri in un dibattito sulla Sette. Abbiamo bisogno di riappropriarci di un vai e ripara e non di un vai e arricchisciti, perché vedete ognuno di noi qui ha un lavoro e io spero che ciascuno di noi il lavoro non lo viva con questo imperativo, vai e arricchisciti, perché se noi mettiamo in atto questo sapete che succede? Succede che le banche se arriva il povero lo cacciano via, abbiamo bisogno di intervenire. Io personalmente ho dovuto fare alcuni interventi, ho dovuto chiamare dei direttori di banche dicendo:” Ti prego dai fiducia a questo uomo” ma può essere questo il nostro compito a livello ecclesiale? Oppure deve essere invece il compito di chi questo denaro lo amministra? Vedete quando in una banca accade questo non ha fallito la banca, ha fallito l’uomo che sta in quella banca! E allora ecco riappropriarci di questo mandato se volete tutto Francescano, vai e ripara, cioè vai e prenditi cura. I francescani in questo senso sono arrivati al 1462 con questo modo di pensare vai a ripara e loro hanno fondato le banche. Voi immagino lo sappiate chi sono i fondatori delle banche? Chi è stato il fondatore della prima banca nel nostro Paese? È stato un frate il primo fondatore di una banca nel nostro Paese, Fra Barnaba e ha fondato i Monti di Pietà vi dice qualcosa? Monte di Pietà fino ad arrivare a Monte dei Paschi di Siena, vi dice qualcosa? Il fondatore dei Monti Frumentari? Si prestava il seme per i poveri e ai poveri non veniva chiesto nessun interesse, gli venivano dati 3 semi e chiesti indietro tre semi, non sei semi, in modo tale che potessero coltivare i campi e potessero incrementare l’economia. Allora voi capite, questo significa portare sviluppo, portare benessere, alimentare circuiti di economia che non uccidono ma che fanno vivere. Perché Francesco ha scelto il grigio scuro come la terra per il saio? Perché la terra, la madre terra dà vita, allora l’abito doveva essere il segno di persone che donano vita. Abbiamo bisogno di donare vita nell’accogliere; io dico sempre quando veniamo criticati perché riceviamo tizio o sempronio il giorno in cui noi qui ad Assisi come Sacro convento non accogliamo una persona da qualunque parte essa provenga noi abbiamo fallito la nostra vocazione di francescani, e noi la sfida la continueremo perché a noi interessa vai e ripara e non vai e arricchisciti. E allora un ultimo accenno, dopo il 1400 quelle banche hanno iniziato ad uccidere l’uomo, chi ha capovolto questo sistema Francescano? Io penso a Niccolò Machiavelli, alla politica viene chiesto di amare l’uomo di servire l’uomo, avete mai letto Il Principe di Machiavelli? A un certo punto cosa dice Machiavelli in quel testo? Trasformando il sensus politicus l’economia si fonda su ricchezza e potere politica vuol dire combattere per il potere e il motivo per cui il principe deve governare. Allora voi capite che se la politica è intesa così non ci dobbiamo meravigliare se sulle pagine dei quotidiani troviamo invece che notizie fango, fango sull’uomo, se invece di notizie troviamo calunnie sull’uomo, sei in politica il linguaggio è un linguaggio di odio e non di amore. M il minister, il ministro chi è? Il minister prende la sua etimologia da colui che serviva la minestra c’è da colui che si poneva al servizio. Ritornare a volte anche l’etimologia delle parole che ci qualificano credo che può essere un momento di salvezza una certa anche religione pensate alle 95 tesi di Lutero dove ad un certo punto tra queste si dice la salvezza è data dalla Fede dalla grazia di Dio e non dalle buone azioni e allora quanti spero ciascuno di noi non possa far parte di questa categoria di persone quante volte abbiamo ascoltato e diciamo ma non c’è bisogno che mi vado a confessare, non c’è bisogno che vado in chiesa. Voi capite che questo è egoismo è l’azzeramento della mediazione, quella mediazione che a volte ti fa arrossire ma ti dona una dignità perché solo quando tu inizi ad aver vergogna del tuo peccato e della tua non bella azione è possibile che ci sia un capovolgimento nella nostra vita, altrimenti noi andiamo avanti imperterriti e ancora poi andando più in alto e vado verso la conclusione, David Hume quando ad un certo punto asserisce che l’uomo deve andare avanti solamente perché guidato dalle passioni e allora qual’è il corto circuito anche in questo? Il corto circuito è che tu non fai più ciò che sei chiamato ad essere ma fai solamente quello che ti piace, cioè quello che il tuo egoismo ti suggerisce. Allora questa cosa mi piace, la prendo, la consumo. Quest’altra non mi piace, non vado e generalmente ciò che costa di più è quello che ha più valore. Le azioni buone costano di più ma hanno un valore incancellabile nella nostra vita, incancellabile nella vita sociale che facciamo. Ecco perché Papa Francesco ha scelto Assisi, perché ha scelto un uomo perché vuole dare dignità a quell’uomo perché sa che con l’inchiostro Francescano è possibile scrivere nuove pagine. Io dico sempre: sapete perché Papa Francesco può essere sottoposto a qualsiasi attacco ma è indistruttibile? Perché c’è una dirittura morale, ma prima ancora di una dirittura morale c’è una coerenza di vita ed è la coerenza che auguro a ciascuno di noi, in una consapevolezza grande che le prossime pagine, che ad Assisi scriveremo, ci sia questo sogno che nulla è grande dinanzi a Dio ma tutto ugualmente degno, buon lavoro.


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